Gli scioperi infruttuosi del 1954, per le rivendicazioni salariali nelle fabbriche di Civita Castellana, convincono 23 giovani operai a mettersi in proprio per costituire la Ceramica Flaminia, che da gennaio 1955 inizierà a produrre sanitari. Per reperire i capitali necessari alcuni di loro contrarranno debiti ed altri posticiperanno le nozze programmate. Tutti contribuiranno con il duro lavoro alla realizzazione di quel sogno.
All’epoca la lavorazione dei sanitari era artigianale. Il prodotto veniva creato dal ceramista con lastre di creta modellate da appositi supporti e tutte le fasi di lavorazione erano svolte manualmente. Il prodotto veniva cotto in una fornace a legna sprovvista di strumentazione di misura delle temperature e le fasi di cottura erano affidate alla maestria dei “fornaciari”.
Con il boom economico cambiano anche le esigenze del mercato: non si parla più di singoli articoli ma di serie ornamentali, composte da wc e cassetta di scarico, bidet, lavabo e colonna. In risposta ai gusti e allo stile del momento, i prodotti non sono più esclusivamente bianchi, inizia così l’era del colorato che porterà, nel volgere di pochi anni, all’adozione di una variegata scala cromatica.
Anche la produzione si evolve. I cambiamenti sociali portano a una modificazione della tecnologia produttiva: l’azienda adotta il sistema del colaggio e sostituisce la vecchia fornace con un moderno forno a tunnel, alimentato a nafta.
In quegli anni l’azienda sente l'esigenza di iniziare a pubblicizzare i propri prodotti, attraverso cataloghi che riproducono i singoli articoli con fotografie e misure tecniche.
Gli inizi degli anni Settanta vedono il forte ampliamento dell’area produttiva per soddisfare l’incremento della domanda interna e le richieste che iniziano ad arrivare dall’estero. Si tratta di un momento di forte crescita ed espansione sia dal punto di vista produttivo che creativo.
È arrivato il momento di progettare i sanitari in maniera autonoma ed originale. Questa spinta innovativa viene favorita dal fermento crescente della società italiana di quegli anni che consente, finalmente, alla Flaminia di proporre sul mercato forme audaci che si distaccano nettamente dalle proposte classiche.
Le serie ornamentali progettate in questo decennio segnano un’epoca: alcune, come la Florale, sono state vendute per moltissimi anni; altre, come la Choc, sono state figlie del loro tempo e di lì a poco, cambiata la moda, sono uscite di scena.
Gli anni Ottanta si caratterizzano per la meccanizzazione di parte del processo produttivo. Si passa dalla produzione totalmente manuale a quella automatizzata. Questa trasformazione coinvolge soprattutto il reparto colaggio e garantisce non solo una maggiore produttività, ma anche una riduzione della pesantezza delle lavorazioni. Anche a livello giuridico si registra un passaggio importante: l’azienda nel 1983 assume la forma di società a responsabilità limitata.
La progettazione autarchica dei prodotti, seguendo il cambiamento delle mode, non va oltre il recupero di forme classiche e la realizzazione di articoli dalle linee morbide ed arrotondate. I prodotti sono caratterizzati da un buon rapporto qualità/prezzo, ma non entusiasmano più di tanto il mercato né si distinguono particolarmente.
A inizio decennio c'è una fase di stallo che richiede un'inversione di rotta. Nel 1996 l'azienda diventa società per azioni e, poco dopo, con l’arrivo di Roberto Palomba inizia la “rivoluzione”. Il nuovo direttore artistico, insieme a Ludovica Serafini, inizia a progettare prodotti dal design rivoluzionario. Non mancano le collaborazioni esterne, come quella con Giulio Cappellini che nel 1997 disegna il prodotto icona del cambiamento: il lavabo Acquagrande.
La nuova “linea design” si arricchisce di articoli dal forte impatto stilistico, promossi sulla stampa e sui cataloghi con immagini forti e soluzioni d’arredo innovative. Acquagrande (lavabo squadrato dalle dimensioni generose), Link (wc e bidet sospesi con scarico a vista e senza fissaggi), Twin Column (lavabo a colonna da centro stanza) e Twin Space (piatto doccia da centro parete) sono prodotti rappresentativi di questo nuovo modo di concepire i sanitari.
Il successo riscosso dai nuovi prodotti, caratterizzati da elevate difficoltà di realizzazione, comporta una ridefinizione delle linee di produzione che si concretizza nell’adozione di impianti ad alto tasso tecnologico e nella realizzazione di due nuove aree produttive. Questi sono anche gli anni dell’ingresso in azienda delle seconde e terze generazioni ovvero dei figli e dei nipoti dei fondatori.
Flaminia continua ad essere pioniera nel proporre collezioni originali sia nel design che nelle soluzioni tecniche. Nel 2004 subentra nella direzione artistica Giulio Cappellini che apre alla collaborazione con i più noti designer del momento e con giovani talentuosi alle prime esperienze. Flaminia diviene un crocevia dove si incontrano le più svariate esperienze progettuali e può vantarsi di essere l’azienda di sanitari che collabora con il maggior numero di progettisti.
La crisi economica iniziata nel 2008 vede l’azienda impegnata a rispondere alla domanda di un mercato globale sempre più difficile e selettivo. Sul fronte produttivo, la sfida è quella di realizzare sanitari di alta qualità, mantenendo un adeguato livello dei costi, continuando a far leva sull’innovazione tecnologica e sull'elevata professionalità delle maestranze.
Anche in piena recessione l’azienda non ha smesso di cercare soluzioni tecniche e stilistiche da apportare ai sanitari in ceramica. Le collaborazioni con famosi progettisti italiani, come Alessandro Mendini e Paola Navone, e internazionali, come Nendo e Jasper Morrison, sono il segno della continuità nella produzione di articoli di design esclusivamente in Italia, caratteristiche che costituiscono un valore aggiunto che distingue il marchio Flaminia nel settore.
È l'era di internet e l'azienda approda sui nuovi media digitali, moltiplicando i propri canali di comunicazione. La tutela dell'ambiente e la riduzione dei consumi diventano una priorità generale che porta Flaminia a rivedere in chiave ecosostenibile sia gli ampliamenti dello stabilimento sia il processo di produzione che viene ottimizzato, grazie alla massiccia adozione della robotica che affianca la manodopera specializzata.
Sotto la direzione artistica di Cappellini, Flaminia continua a presentare collezioni che riflettono una cifra stilistica originale e ben riconoscibile, come App e Flag, proposte in una vasta gamma di colori che spazia dalle finiture metal a quelle matt. Con l'intento di sperimentare tutte le potenzialità della ceramica, l'azienda inaugura un nuovo filone produttivo dedicato all’illuminazione che porta il marchio Flaminia oltre l'arredo bagno.
"*" indica i campi obbligatori